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l motociclista, più dell'automobilista, subisce sempre con estrema irritazione la foratura di un pneumatico. Le ruote delle moto non sono infatti facilmente smontabili, poiché il veicolo deve essere opportunamente sostenuto e occorre sempre intervenire anche sugli organi che sono ad esse collegati (tipicamente i freni e la trasmissione). Inoltre una riparazione di un pneumatico tubeless, se svolta non correttamente, senza dubbio non preserva le caratteristiche intrinseche che deve obbligatoriamente possedere il pneumatico stesso per assicurare la massima sicurezza della guida (questo elemento garantisce infatti il contatto della moto col terreno). Di seguito viene dunque analizzata la procedura che occorre applicare per riparare una foratura tramite il metodo della "vulcanizzazione a freddo". Questa analisi è stata effettuata presso la Rivolta S.p.A., distributrice esclusiva per l'Italia dei ben noti prodotti Rema Tip Top. La riparazione d'emergenza Occorre innanzitutto osservare che l'intervento ottimo avviene sempre dall'interno della gomma e mai dall'esterno.
Quest'ultimo deve infatti essere fatto solo in condizioni di emergenza, e cioè quando non è possibile raggiungere il gommista. Diversamente un professionista deve sempre smontare il pneumatico, in modo da potere fare anche un'accurata verifica della sua superficie interna, che potrebbe essere stata gravemente danneggiata dall'oggetto che ha trafitto il battistrada. È bene anche sottolineare che una riparazione eseguita dall'esterno consente di portare la moto fino al centro di assistenza più vicino, dove il pneumatico dovrà poi essere sostituito per motivi di affidabilità e sicurezza. Infatti, per effettuare tale riparazione occorre allargare il foro fino ad un diametro di 6 mm, compromettendo l'integrità del pneumatico stesso, specialmente se il suo codice di velocità è elevato (H e ZR). Dunque Tip Top ha progettato un kit che permette unicamente al motociclista di fare un intervento di emergenza. In questo kit sono presenti: gli elementi in gomma che devono essere inseriti nel foro e l'attrezzo che consente di realizzare questa operazione, la sostanza chimica che attiva la vulcanizzazione a freddo, le bombolette per il gonfiaggio del pneumatico con adattatore per la valvola e il taglierino per recidere la parte dell'elemento in gomma che sporge dal battistrada.
Le condizioni per effettuare una riparazione Il gommista deve ovviamente possedere l'attrezzatura specifica e la perizia necessaria per effettuare un intervento a "regola d'arte". Sui pneumatici usati per le moto è possibile operare solo se la foratura è contenuta in una fascia con larghezza pari al 70% di quella totale del battistrada. Ovviamente questa fascia è simmetrica rispetto al piano mediano della gomma, cioè si estende per il 35% a destra e per il 35% a sinistra, partendo dal centro. Dunque occorre evitare tassativamente interventi troppo vicini alle spalle della gomma. Inoltre, è bene sottolineare che il numero massimo di forature che possono essere riparate su uno stesso pneumatico sono due e devono avere posizione opposta sul perimetro, ovvero tra loro deve essere compreso un angolo di circa 180°. È bene inoltre ricordare che l'oggetto che ha trafitto il battistrada non può avere una inclinazione eccessiva, poiché la trama interna delle tele metalliche potrebbe essere stata gravemente lacerata e non solo forata.
In questo caso la riparazione non può essere effettuata con l'elemento a "fungo", detto anche minicombi, poiché non riuscirebbe ad aderire in modo conveniente sulla superficie interna del pneumatico (tra la testa del fungo che deve vulcanizzarsi con la gomma e il gambo che la deve attraversare verso l'esterno si formerebbe un angolo eccessivo, compromettendo la perfetta vulcanizzazione dell'elemento). Infine, il diametro massimo che può avere un foro riparabile presente su una gomma con un codice di velocità elevato (H e ZR) non può essere superiore a 3 mm, mentre se il codice di velocità è inferiore (caso di gomme utilizzate su scooter di piccola cilindrata), sono tollerate anche riparazioni con fori di dimensioni maggiori (massimo 4.5 mm per codici di velocità K -
Se vogliamo fare un parallelo logico, possiamo dire che il liner svolge nel tubeless la medesima azione di contenimento dell'aria effettuata dalla camera d'aria in un pneumatico non tubeless. Sopra questo strato viene poi depositato un sottile spessore di materiale siliconico. Dopo avere individuato con precisione la posizione della foratura, occorre stabilire quale tipo di riparazione effettuare. È possibile impiegare una pezza classica di dimensioni adeguate, o un elemento a forma di "fungo". Quest'ultimo ha il perimetro circolare e possiede un gambo. Se lo si vuole utilizzare occorre, come spiegato di seguito, preparare la superficie interna del pneumatico attorno al foro e passare quest'ultimo tramite una piccola fresa a punta. Il gambo andrà poi infilato nel foro stesso e, tirandolo, permetterà di ottenere una perfetta adesione della pezza circolare all'interno del pneumatico e una completa sigillatura anche attraverso lo spessore del battistrada. La gomma attorno al foro deve essere trattata con la seguente procedura, sia nel caso in cui si usi una pezza, sia nel caso in cui venga applicato l'elemento a "fungo".
Occorre innanzitutto eliminare lo strato siliconico precedentemente citato. Questa operazione è facilmente eseguibile utilizzando uno speciale agente chimico ed un raschietto. Dopo avere effettuato questa semplice e veloce procedura, occorre ravvivare la superficie del liner rendendola porosa, in modo da garantire la migliore presa della pezza che verrà applicata. È un'operazione fondamentale per la perfetta riuscita della riparazione. Per svolgerla occorre usare delle mole abrasive messe in rotazione da utensili, che non devono però raggiungere velocità troppo elevate (questo dato è indicato per ogni tipo di utensile). Infatti, se ciò accadesse, la gomma non diventerebbe porosa, ma ben si fonderebbe a causa del calore generato dall'eccessiva velocità di azione dell'utensile, compromettendo il successivo processo della vulcanizzazione a freddo. Dopo avere ravvivato la superficie interna del pneumatico, occorre aspirare la polvere generata pulendo perfettamente la superficie stessa.
Per effettuare questa operazione si possono usare anche delle spazzole specifiche in grado di raccogliere i detriti, che essendo gommosi risultano difficilmente asportabili. A questo punto si può cospargere la superficie precedentemente preparata con il liquido (Special Cement BL) che svolge la funzione di attivante chimico del processo di vulcanizzazione, che avverrà tra pneumatico e pezza. Questo liquido deve essere lasciato asciugare almeno una decina di minuti, prima di applicare su di esso l'elemento a fungo o la pezza. Si noti che non è colla: come già detto, è un attivatore chimico che permette di realizzare una perfetta fusione tra la gomma del pneumatico e quella della pezza (diventano perciò un corpo unico). Questo attivante e il materiale del rattoppo racchiudono perciò il segreto per svolgere la vulcanizzazione a freddo, consentendo tramite la pressione esercitata sul rattoppo stesso la penetrazione intima di quest'ultimo nella gomma del pneumatico. Dopo quanto appena descritto si intuisce che la vulcanizzazione è un processo irreversibile, a differenza di quanto avviene con la colla, che se eliminata consente di ottenere la separazione tra le due parti che univa.
Dopo avere applicato la pezza sull'attivante chimico asciugato occorre premerla forte, in modo che il processo di fusione col pneumatico si sviluppi correttamente. Per effettuare questa azione si usano attrezzi a rullo con superfici di appoggio non eccessivamente ampie, in modo da garantire un'elevata pressione di contatto.
Applicare dunque l'azione del rullo ripetutamente e su tutta la superficie del rattoppo utilizzato. Infine si deve spalmare del liner liquido (InnerLiner Sealer) sulla pezza o sul fungo e sulla parte precedentemente raspata con la mola rimasta scoperta, in modo da ripristinarne lo spessore originariamente previsto dal costruttore del pneumatico.
La riparazione della camera d'aria Il metodo di vulcanizzazione a freddo precedentemente descritto può essere usato anche per riparare la camera d'aria. Occorre però applicare delle pezze con specifiche caratteristiche e forma. Il loro perimetro deve infatti essere frastagliato, per aumentarne la lunghezza e dunque migliorare l'adesione con la gomma della camera stessa.
Si noti infatti che quando questa viene gonfiata con l'aria si deforma, e dunque il rattoppo deve seguire la variazione della superficie. Inoltre dopo avere riparato la camera d'aria, o averla sostituita se necessario, è bene ricoprire sempre con il processo di vulcanizzazione a freddo anche la zona interna del pneumatico attraversata dal corpo estraneo che ha provocato la foratura. Da quest'ultima possono infatti sporgere le estremità delle tele danneggiate, che provocherebbero un ulteriore danno alla camera d'aria stessa. La valvola per il gonfiaggio Se si ripara un pneumatico tubeless, all'atto del suo rimontaggio sul cerchio è bene verificare il corpo della valvola; nel caso in cui quest'ultimo sia ricoperto in gomma (usata solitamente su veicoli economici), deve essere sempre sostituito per ovvi motivi di sicurezza (la valvola viene fortemente sollecitata dalla forza centrifuga quando la ruota si muove ad elevata velocità). Inoltre, può essere involontariamente ruotato nella sua sede durante l'operazione di assemblaggio del pneumatico sul cerchio.
In questo caso la gomma con la quale è ricoperto, già deformata a causa del suo precedente adattamento sull'alloggiamento metallico, non potrà aderire più perfettamente nella sede, provocando dunque una perdita d'aria. Anche per la valvola che va avvitata all'interno del suo corpo in ottone ricoperto di gomma occorre porre particolare attenzione. Deve infatti essere serrata ad una coppia prescritta, poiché è conica e non bisogna deformare il corpo stesso. Dunque, se bloccata eccessivamente viene a mancare la sua perfetta tenuta. Per eseguire questa operazione è necessario perciò utilizzare un piccolo attrezzo, che incorpora un elemento dinamometrico pretarato. di Gianpaolo Riva per MTE
Video: Per effettuare con precisione la riparazione di una foratura di un pneumatico è bene utilizzare un apposito cavalletto sul quale posizionare il pneumatico stesso
Video: Segnare la pezza, in modo da poterla poi posizionare correttamente
Video: Il kit per la riparazione del pneumatico
Video: Nella pagina a fianco: segnare con una croce, tracciata tramite pennarello indelebile, la posizione esatta del foro In questa pagina, a sinistra: con un perno occorre verificare il diametro del foro e la sua direzione.
Per gomme con basso codice di velocità, è possibile riparare un foro con diametro massimo di 6 mm. Questo valore si riduce a 3 mm se la gomma ha un codice di velocità elevato. A fianco: appoggiare la pezza che si vuole utilizzare in modo da centrarla perfettamente sul foro, sfruttando i segni precedentemente fatti Ravvivare il liner usando una mola abrasiva fatta ruotare a bassa velocità. Occorre asportare uno spessore molto ridotto, ma la superficie al tatto non deve presentare irregolarità Spruzzare sulla zona da trattare il liquido specifico della Tip Top (Liquid Buffer) per ammorbidire il silicone, in modo che possa essere tolto facilmente con un raschietto
Video: Con una spazzola realizzata con setole di cocco e un aspiratore togliere le scorie di gomma presenti all'interno del pneumatico Se si desidera utilizzare il "fungo", occorre ripassare il foro con la fresa. In questo modo si eliminano le estremità lacerate della trama metallica della tela. Si effettuano poi tutte le operazioni descritte per l'applicazione della pezza, fino alla deposizione della sostanza chimica necessaria ad attivare la vulcanizzazione Spalmare sulla zona trattata il composto chimico che permette di attivare la vulcanizzazione a freddo, e attendere circa 10 minuti Dopo aver depositato la sostanza chimica che attiva la vulcanizzazione, inserirne un poco anche all'interno del foro.
Attendere circa 10 minuti, poi introdurre il gambo del fungo nel foro stesso Mentre si tira con una pinza il gambo del fungo sporgente dal battistrada, si deve rullare con energia la testa del fungo stesso. Tagliare poi la parte sporgente del gambo Posizionare la pezza rispettando i riferimenti precedentemente fatti e agire su di essa con il rullo, premendo con forza. Togliere la carta trasparente che ricopre la pezza e distendere il liner liquido, in modo da ripristinare quello precedentemente tolto Dopo il rullo, la riparazione è terminata
Video: Terminare la riparazione effettuata col fungo cospargendo la zona trattata col liner liquido
L'immagine a fianco mostra gli elementi in gomma della Tip Top che possono essere inseriti dall'esterno del pneumatico per effettuare unicamente una riparazione d'emergenza.